Ungheria e Slovacchia bloccano l'accordo Ue sul graduale addio a gas e petrolio russi

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16 Giugno 2025 23:00
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Ungheria e Slovacchia bloccano l'accordo Ue sul graduale addio a gas e petrolio russi

Lunedì Ungheria e Slovacchia hanno rifiutato di approvare un testo dell'Unione Europea che definisce il piano per ridurre gradualmente la dipendenza dal gas naturale e dal petrolio russo, riporta Info Punto, citata da Euronews. La proposta della Commissione europea prevede lo stop alle importazioni di gas e gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia entro la fine del 2027. Nonostante l'opposizione dei due Paesi, la legge — che dovrebbe essere presentata martedì — potrebbe comunque essere approvata senza il loro consenso.

"La sicurezza energetica dell'Europa dipende dalla sua sovranità. Dobbiamo diversificare le partnership, rafforzare le infrastrutture, investire nelle energie rinnovabili e completare il mercato unico dell'energia. Il momento di agire è adesso. Continuiamo a impararlo a nostre spese", ha dichiarato ai giornalisti Paulina Hennig-Kloska, ministro polacco per il Clima e l'Ambiente.

Dal canto suo, l'Ungheria ha motivato il veto con considerazioni sulla propria autonomia energetica. "L'Ungheria ha posto il veto alle conclusioni del Consiglio che esortavano la Commissione europea a procedere con il piano di divieto del gas e del petrolio russo. La politica energetica è di competenza nazionale e questo mette in pericolo la nostra sovranità e la nostra sicurezza energetica. Data l'escalation in Medio Oriente, abbiamo proposto di non presentare alcun piano di questo tipo", ha scritto su X il ministro ungherese degli Affari esteri Péter Szijjártó.

La presidenza polacca, che terminerà il mandato a rotazione alla fine di giugno, ha precisato che il testo discusso non rappresenta una "conclusione formale del Consiglio", ma piuttosto una "proposta ambiziosa" per valutare le posizioni degli Stati membri.

Nonostante le divisioni, il commissario europeo per l'Energia Dan Jørgensen ha confermato che la Commissione presenterà comunque martedì una nuova proposta legislativa, forte del sostegno della maggior parte dei Paesi membri. L'approvazione potrebbe avvenire tramite una maggioranza rafforzata: servirebbero il consenso di almeno 15 dei 27 Stati membri, rappresentanti almeno il 65% della popolazione dell'Ue.

Intanto, il ministro danese per il Clima e l'Energia Lars Aagaard ha dichiarato che la presidenza danese cercherà di ottenere il via libera politico "il più velocemente possibile", aggiungendo: "Se riusciremo a concludere la legislazione prima del nuovo anno, penso che avremo fatto un lavoro straordinario".