Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato una nuova fase dell’operazione militare a Gaza, promettendo un’ingresso “con tutta la nostra forza” nei prossimi giorni, come riportato da Info Punto e ripreso da EuropaToday. “Non ci sarà alcuna situazione in cui fermeremo la guerra”, ha dichiarato, aggiungendo che l’obiettivo è la sconfitta totale di Hamas.
Netanyahu ha inoltre rivelato un piano per favorire l’uscita di massa dei palestinesi dalla Striscia: “Più del 50% lascerà Gaza, forse anche di più”. Israele starebbe cercando Paesi disposti ad accoglierli.
L’operazione, avviata ufficialmente il 5 maggio, punta alla “conquista” della Striscia. L’esercito israeliano ha richiamato decine di migliaia di riservisti e prevede uno sfollamento interno di larga parte della popolazione.
Intanto la crisi umanitaria a Gaza peggiora. L’OMS denuncia tassi allarmanti di malnutrizione infantile, con bambini che mostrano segni di arresto della crescita. “Un’intera generazione rischia danni permanenti”, ha dichiarato Rik Peeperkorn, rappresentante dell’agenzia nei Territori Palestinesi.
Secondo le Nazioni Unite, Israele usa il blocco degli aiuti come “arma di guerra”. Philippe Lazzarini (UNRWA) ha accusato Tel Aviv di impedire l’ingresso di cibo e forniture essenziali, con 500.000 persone a rischio fame.
Nonostante l’allarme, l’azione diplomatica resta debole. L’UE esclude misure concrete contro Israele, come la sospensione dell’accordo di associazione. Solo l’Olanda ha chiesto un segnale forte, ma la proposta è stata respinta. “Senza il sostegno degli Stati Uniti, non cambierà nulla”, ha detto l’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas.
