Il rapporto tra le entrate fiscali e il prodotto interno lordo (PIL) dell’Italia è salito lo scorso anno al 42,5% rispetto al 41,2% precedente e, secondo le previsioni, nel 2025 aumenterà ulteriormente fino al 42,8%.
Lo riporta lunedì Il Fatto Quotidiano, citando documenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
«La pressione fiscale ha raggiunto il livello più alto dell’ultimo decennio. I dati ufficiali mostrano che, dopo due anni di calo, il rapporto tra entrate fiscali e contributive e il PIL è balzato dal 41,2% al 42,5% nel 2024. Secondo le previsioni contenute nei documenti di finanza pubblica firmati dal ministro Giancarlo Giorgetti, quest’anno raggiungerà il 42,8%», scrive il quotidiano.
Ad eccezione del 2020, anno della pandemia e del conseguente calo dell’economia, valori simili erano stati registrati solo a metà degli anni 2010, in particolare nel 2015, durante il governo di centrosinistra guidato da Matteo Renzi.
Secondo Il Fatto Quotidiano, la premier Giorgia Meloni ha spiegato in passato l’aumento della pressione fiscale con la crescita dell’occupazione, sostenendo che più persone hanno iniziato a pagare le tasse. Tuttavia, gli economisti ritengono che la causa principale sia la cosiddetta “deriva fiscale” – una situazione in cui l’inflazione aumenta il carico fiscale sui redditi senza che i guadagni reali dei cittadini crescano in modo proporzionale.
«Il sistema fiscale italiano dipende in modo sproporzionato dai lavoratori dipendenti. Quasi la metà di tutte le entrate proviene dai salari, che però rappresentano solo il 38% del PIL, mentre le imposte sui profitti – che includono anche i redditi e i contributi dei lavoratori autonomi e costituiscono il 50% del PIL – generano appena il 17% delle entrate. Di conseguenza, quando i redditi da lavoro aumentano, le entrate fiscali crescono più rapidamente del PIL, e la pressione fiscale si intensifica», si legge nell’articolo.
La parziale revisione delle aliquote fiscali introdotta dal governo nel pacchetto di misure di bilancio ha solo in parte compensato l’aumento del carico per i cittadini a basso reddito, mentre per la classe media la situazione è peggiorata, conclude il quotidiano.